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L’importanza di FOSDEM per la community open source

 

Dal 2000 come OSDEM, dal 2001 come FOSDEM (Free and Open Source Software Developers’ European Meeting ), è un appuntamento che si rinnova ogni primo fine settimana di febbraio da quasi un quarto di secolo e che riunisce nei “padiglioni” della L’Université libre de Bruxelles (casualità oppure, come direbbero i latini, “nomen omen”?) fino a 8000 sviluppatori e “non”.

Ne sentivo parlare da anni, l’ho seguito a distanza (da remoto), ma mi consigliavano di viverlo dal vivo, e quest’anno ho colto al volo l’invito della mia azienda rivolto a tutti, indipendentemente da ruolo e funzione, di parteciparvi dal vivo. Abbiamo aderito in 10, tecnici e non, perché questa conferenza offre spunti di valore per tutti.

“FOSDEM è un evento gratuito e non commerciale organizzato dalla comunità per la comunità” che ha come obiettivo fornire agli sviluppatori e alle comunità di software libero e open source un luogo di incontro per:

  • essere informati sugli ultimi sviluppi nel mondo dell’open source e del software libero;
  • assistere a talk ispirazionali e presentazioni di progetti open;
  • entrare in contatto con altri sviluppatori, responsabili di progetto, ricercatori, community manager;
  • approfondire i vantaggi del software libero e delle soluzioni open source, software ed hardware;
  • offrire e raccogliere sempre nuovi contributi e contributori.

 

Highlights dell’evento

 

946 speaker, 878 talk, 67 track e 35 devrooms tematiche sono i numeri che la conferenza ha sviluppato in soli due giorni. Sono notevoli… E a questi andrebbero sommati i numeri generati dagli eventi co-locati a Bruxelles nella stessa settimana, come EU Open Source Policy Summit 2024 organizzato da OpenForum Europe.

Meglio partire avendo già fatto alcuni compiti a casa, come:

  • studiare il programma dell’evento e pianificare la partecipazione costruendosi la propria agenda con i talk selezionati in base ai propri interessi ed alla loro logistica (orario-padiglione),
  • ricercare informazioni sui relatori e i loro progetti,
  • preparare domande e spunti di discussione (molti relatori pubblicano le slide in agenda già nei giorni precedenti).

Ho trovato molto ben fatta ed utile l’app per iPhone sviluppata da Matteo Crespi che raccoglie anche i talk di alcune edizioni passate di FOSDEM, dal 2012 ad oggi [neanche a dirlo è un progetto open su GitHub].

A proposito della logistica, alcune aule/DevRoom distano 10 minuti tra loro, altre sono molto piccole ed è difficile trovare posto, altre sono molto gettonate e si formano lunghe e ordinate file all’ingresso; è difficile per questi motivi cambiare room ad ogni talk. Giungono in aiuto la trasmissione in live streaming di ogni talk e i tanti spazi attrezzati a disposizione dove accomodarsi per seguirli a “breve” distanza.

La mia agenda: Community e Open Research DevRooom

 

Al FOSDEM si respira un’atmosfera vibrante grazie all’entusiasmo ed alla varietà di persone che partecipano, provenienti da tutto il mondo e con diverse esperienze, ed alla vastità di argomenti trattati, che coprono un ampio spettro del software libero e open source.

La mia attenzione è stata catturata, monopolizzata, dall’intera proposta della COMMUNITY DevRoom. Il focus incentrato sul contesto delle community di contributori volontari di progetti open source e declinato sotto vari aspetti, tra cui:

  • come costruire e gestire una community,
  • come costruire una comunicazione e collaborazione efficace all’interno di una community,
  • diversità e inclusione nella community,
  • salute mentale e benessere dei membri della community,
  • il ruolo delle donne e delle minoranze nelle community di sviluppatori,
  • come far crescere una community di sviluppatori.

Infatti, ho trascorso nell’aula UA2.114 (Baudoux) la maggior parte del mio tempo al FOSDEM, tra l’altro coccolata dallo staff di volontari e community manager che ci hanno supportato durante la maratona di talk con caramelle, cioccolate, biscotti e tranci di pizza!

Ma mi sono anche lasciata incuriosire da qualche Lightning Talk, dalla presentazione di un paio di progetti open source e da una selezione di talk nella OPEN RESEARCH DevRoom, trovando molti punti di contatto tra le comunità dei ricercatori e le comunità degli sviluppatori.

Una piccola selezione dei talk che ho seguito:

Il progetto Open Food Facts

 

Per ben due motivi scelgo di dare una menzione speciale ad un singolo progetto ed ai 30 minuti di lightning talk tenuto da Pierre Slamich, “OpenFood Facts: Acting on the health and environnemental impacts of the food system, per me ottimo esempio di buon Public Speaking, sapiente comunicazione e slide efficaci, e di progetto internazionale a cui tutti possono dare il proprio contributo, non richiedendo necessariamente skill e competenze tecniche.

Cos’è Open Food Facts?

Il suo obiettivo principale è favorire la trasparenza alimentare fornendo informazioni complete, accurate e accessibili sui prodotti che consumiamo. In pratica è un database gratuito, online e collaborativo di prodotti alimentari provenienti da tutto il mondo. Al momento, il database conta oltre 1.72 milioni di prodotti alimentari, di cui circa 172.000 sono prodotti italiani. Le informazioni includono dettagli nutrizionali, ingredienti, allergeni, additivi, paese di origine, produttore, etichetta, e altro ancora.

Come funziona?

Chiunque può contribuire ad Open Food Facts:

  • aggiungendo nuovi prodotti, scansionando il codice a barre con l’apposita app,
  • modificando o completando le informazioni su prodotti già presenti,
  • correggendo errori o segnalando eventuali problemi.

Per garantire la qualità dei dati, esiste un sistema di moderazione gestito da volontari.

I vantaggi di Open Food Facts per i consumatori

 

  • consapevolezza alimentare: aiuta i consumatori a prendere decisioni informate sugli alimenti che acquistano, conoscendone la composizione (che a volte cambia di paese in paese) e l’origine,
  • confronto dei prodotti: consente di confrontare facilmente i prodotti di diverse marche in base a diversi criteri, come il contenuto nutrizionale o la presenza di allergeni,
  • scoperta di nuovi prodotti: permette di scoprire nuovi prodotti alimentari che potrebbero non essere disponibili nei canali tradizionali.

Inoltre, Open Food Facts è utile per:

  • produttori: possono utilizzare la piattaforma per condividere informazioni sui loro prodotti in modo trasparente e raggiungere un pubblico più ampio,
  • ricercatori: possono accedere a una grande quantità di dati alimentari per studiare le tendenze del mercato e sviluppare nuovi prodotti,
  • organizzazioni non governative: possono utilizzare la piattaforma per promuovere il consumo sostenibile e combattere lo spreco alimentare.

Risorse utili:

E dopo…cosa rimane?

Impossibile resistere al fascino dei Building K ed H, dove erano presenti tantissimi stand di progetti ed organizzazioni di volontari con cui confrontarsi, come i membri della Open Culture Foundation di Taiwan.

Ho portato via con me qualche brochure da leggere e tantissimi – e bellissimi – stickers! Il mio preferito? Un pinguino che emerge da un boccale di birra (made by HomeBrew). Ma non intendevo questo. Rimane… 

A. Sicuramente una conferma sull’importanza di FOSDEM per la community Open Source:

  • nel promuovere valori dell’Open Source e del Free Software,
  • supportare la conoscenza e diffusione dei tanti progetti open in corso,
  • nel far crescere le community e sostenere la partecipazione e la contribuzione al movimento open source, anche non in ruoli tecnici (community manager, social media e marketing, design, e molti altri.) e con “contributi piccoli” (bug report, documentazione, testing, traduzione, etc.) e naturalmente sensibilizzando le aziende che hanno imparato a beneficiarne (rilascio di codice open source, sponsorizzazione e partecipazione ad eventi, ecc…),
  • nell’attenzione alla diversità e all’inclusione delle tante minoranze sotto rappresentate.

B. Nuovi spunti e link utili per approfondirli, ed almeno una decina di talk ancora da vedere on demand, come quelli delle track Intelligenza Artificiale Open e Cyber Resilient Act europeo.

Sarà importante nel prossimo futuro fissare queste informazioni e non disperderle per non perderle nel quotidiano caos informativo!

C. La consapevolezza dell’importanza e del valore di aver partecipato al FOSDEM con le mie colleghe ed i miei colleghi.
La partecipazione ad eventi dedicati all’open source è un’ottima opportunità per diffondere la cultura e i valori open source all’interno dell’azienda.

In questa occasione eravamo davvero in tanti. Ci siamo di giorno in giorno spontaneamente divisi per interessi diversi coprendo senza sovrapposizione molte delle track in agenda.
Ogni fine giornata ci siamo ritrovati nella zona networking per confrontarci sulle sessioni seguite e scambiarci opinioni prima di aprire le porte a divertenti momenti di svago e di relazione ed alle immancabili birre!

Consigli su Bruxelles e tech community

E poi, a conclusione di ogni giornata, tutti insieme siamo andati alla scoperta della città! Bruxelles è relativamente piccola, è stato semplice visitare le attrazioni principali della zona centrale e gustare le specialità tipiche.
Consigli sulla città? Sì! Il tempo è prevalentemente grigio e umido! E’ stata ottima la scelta di alloggiare vicino Piazza Rogier, per offerta di collegamenti “coperti” verso il FOSDEM, gli aereoporti e le attrazioni serali, seconda forse solo alle zone della stazione centrale e di Rue de Colonies, piene di vita a tutte le ore. Nell’organizzazione delle vostre serate tenete conto che, come spesso succede oltre confine, se c’è sempre tempo per una birra serale, le cucine invece chiudono, a seconda dei quartieri, già dalle 20:00!

E’ stato un viaggio di ispirazione e crescita, trovando valore nel mio personale contributo all’open source, da anni appoggiato e supportato dall’azienda in cui lavoro.

Prestare il proprio tempo per la gestione di tech community ed all’organizzazione di meetup e di eventi (come il KCD_Italy, e le attività collegate alla membership con CNCF per citarne un paio) è considerato un contributo al movimento open source significativo e di grande valore.

Le tech community svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema open source, offrendo diversi vantaggi:

  • diffusione di conoscenza,
  • promozione delle tecnologie open source,
  • creazione di connessioni,
  • supporto e collaborazione.

E inoltre sviluppano le capacità di leadership e di comunicazione in chi partecipa attivamente alla vita di una community mettendosi alla prova.

Pensieri finali: e le donne?

Frequento il mondo tech da anni ed è per me importante concludere il racconto di questa esperienza portando l’attenzione sulla partecipazione femminile.

Il mio FOSDEM è iniziato con Where have the women of tech history gone? e l’incontro virtuale con donne pioniere del tech che malgrado il loro talento e la loro tenacia sono state completamente dimenticate nei resoconti storici e scientifici. Non solo Ada Lovelace, molto si deve a Nicole Reine Lepaute, Maria Mitchell, Anne Jump Cannon, Grace Hopper, The Eniac Girls, Hedy Lamarr, Karen Spark Jones, Joanna Rutkowska…Solo per citarne alcune.

Tornando a FOSDEM 2024, nelle DevRoom più tecniche la presenza femminile è ancora marginale, le punte di presenza maggiore, sia come pubblico che come speaker, si sono avute proprio nelle DevRoom che ho frequentato, Community ed Open Research, ed in quelle in cui si è parlato di AI e CRA. Eppure un dato positivo c’è: il numero delle speaker donna aumenta di edizione in edizione e maggiore attenzione viene data all’importanza della diversità e dell’inclusività come bisogno win-win per tutti e non atto di gentilezza.

Non mancano sentimenti e posizioni “polemiche”: l’obiezione ancora diffusa è “perchè non parlare solo di meritocrazia” invece di dover:

  • incoraggiare le donne a partecipare attivamente al mondo tech?
  • ispirare le donne a partecipare attivamente al mondo open source?
  • mostrare che le donne possono avere successo nel mondo tech e open source?
  • condividere storie di donne che hanno raggiunto grandi traguardi?
  • discutere delle barriere che impediscono alle donne di entrare nel mondo tech (stereotipi di genere persistenti, mancanza di modelli di riferimento, discriminazioni)?”

A voi la risposta di Cheuk Ting Ho : Meritocracy or Do-ocracy – why diversity is still hard and what can we do. Prendetevi il tempo per ascoltarla, ne vale proprio la pena!

Conclusione

Colmiamo quindi i vuoti e ricordiamo a tutti che molte sono le donne che hanno contribuito all’Open Source (anche nel suo stesso nome – made by Christine Peterson!), e lo fanno tutt’oggi in una varietà di ruoli e in modi diversi come:

  • Sviluppo software,
  • Community management,
  • Marketing e Design,
  • Documentazione e Traduzione.

La partecipazione di tutti all’ecosistema Open è fondamentale per la sua crescita e sostenibilità. Possiamo farlo in modi diversi, a cominciare da:

  • approfondire la conoscenza dei suoi valori (condivisione, collaborazione, trasparenza, ..), delle community e dei progetti open source vicini ai tuoi interessi,
  • contribuire al movimento open source, supportando una community locale o un progetto,
  • partecipare a eventi come FOSDEM,
  • condividere le proprie esperienze e opinioni.

E quindi… Daje: il futuro dell’open source e del tech è nelle nostre mani. Insieme, possiamo costruire un mondo digitale più aperto, collaborativo e inclusivo.