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Introduzione

Per tutti i colleghi HR (o meglio, per i colleghi HR che non trascorrono le loro giornate nei meandri delle aziende tech), ci tengo subito a precisare che no, non vi siete persi l’ultimo miracoloso #trend2024 che salverà le nostre vite e quelle delle nostre aziende e no, FOSDEM non è l’ennesimo acronimo per indicare processi rivisitati già da un po’.

Quindi, di cosa stiamo parlando?

Parliamo del Free and Open Source Software Developers’ European Meeting, summit europeo pensato per gli sviluppatori open che si tiene ogni anno a febbraio, guarda caso il mese dedicato all’open source.

L’inizio di un’avventura

Un bel giorno, in Seacom decidiamo di partire in massa verso Bruxelles e viene chiesto anche a me di partecipare.

Attimi di gioia, grandi risate e poi la sento… Una lacrima solca il mio volto. Voglio dire, tutto molto bello, ma cosa c’entra l’HR al Fosdem?

Ma si, qualcosa da fare troverò, zaino in spalla e si va… E, in effetti, qualcosa da fare c’era.

I grandi temi, prospettive diverse: inclusione, Career Path, Work-life balance

Le due giornate si sono svolte principalmente così: arrivo, saluto i compagni di viaggio che avrei rivisto alle 18:00 per la birr…Briefing di fine giornata, full immersion nelle varie sessioni.

Partiamo con il dire che questo tipo di evento è davvero alla portata di chiunque respiri o voglia respirare tutto il sistema che gira intorno al mondo open, non solo per chi si intende di codice.

Ciò che mi ha particolarmente colpita è l’ampia gamma di aspetti che vengono presi in considerazione: dalla presentazione di soluzioni innovative, all’analisi degli aspetti etici e legali dei software open, della loro sostenibilità e (non da ultimo) di tutte le implicazioni sociali che l’utilizzo sempre più diffuso dell’AI porta con sé (Pieter Libin: – Will the first Artificial General Intelligence (AGI) instance be free or open-source software?).

Oltre a questo, non sono mancati talk dedicati a tematiche decisamente più affini alla sfera people e che è possibile riassumere in due aree principali:

  • inclusione,
  • career path e work-life balance.

Inclusione

Quando si parla di inclusione sono due i grandi temi che emergono ancora con fin troppa costanza:

  1. la poca presenza delle donne nelle materie STEM;
  2. la difficoltà nell’abbattere barriere economiche e culturali che continuano a restare, per quanto si possa far finta di non vederle.

Tra tutti gli interventi, due in particolare hanno offerto panoramiche interessanti:

Allontanandoci dai confini nazionali, portiamo il discorso su un piano diverso rispetto a quanto siamo abituati; non si parte più dal colpevolizzare il solo contesto sociale/familiare (cioè, ce la prendiamo anche con questo, ma non solo) nel quale queste professioni non sono considerate adatte alle donne ma, al contrario, partiamo subito con una grande affermazione: le donne in questo settore ci sono da sempre.

Il vero problema è: ne parliamo? Raccontiamo davvero l’apporto che le donne hanno fornito in questi ambiti? Voglio essere ottimista, risponderò con un “probabilmente no”.

Date un’occhiata alle slide di Laura, guardate la storia attraverso gli occhi delle donne che vi hanno contribuito e fatevi la stessa domanda che è stata posta a noi: “Who is the person or the group of persons who decide what someone deserves more than another to be in a syllabus ?”

Fermo restando quanto detto sopra, un ulteriore problema è che siamo convinti di vivere in una società basata sulla meritocrazia e che questa sia la miglior soluzione possibile.

Peccato che non si tenga conto di alcune variabili:

  1. differenti condizioni socio-economiche che non consentono un accesso libero ed egualitario alla formazione e agli strumenti necessari;
  2. con quale criterio stabiliamo le effettive abilità di una persona se non abbiamo lo stesso punto di partenza?
  3. immaginando di riuscire a contrastare queste differenze esplicite, siamo davvero convinti che i bias non giochino comunque un ruolo fondamentale nel momento in cui si tratta di scegliere chi ricoprirà ruoli di leadership?

Career Path e Work-life balance

Tra i talks che hanno offerto preziose riflessioni che vanno al di là del codice e si immergono nei fondamentali della vita professionale moderna e nella sfera HR, troviamo:

Il punto di partenza per costruirsi una solida e duratura carriera nel mondo dell’open-source? Le persone.

L’open-source fonda tutto il suo ecosistema su principi di condivisione e collaborazione. Questo è tanto più evidente se si pensa alle community attorno ad esso.

Quale migliore opportunità di iniziare il proprio percorso se non costruendo e sfruttando un proprio network? Vero. Ma una carriera in questo ambito presenta molti più momenti di solitudine di quanti se ne possa immaginare.

Ascoltando i partecipanti al panel ma anche altri vari talk, emergono due problematiche principali:

  1. se sei un contributor o un mantainer, il burn-out rischia di diventare il tuo fido compagno di avventura. Questo perché molto spesso contribuire ai progetti open richiede lavoro extra orario rispetto a quanto stabilito, senza che questo tempo venga riconosciuto/retribuito.

Come direbbe qualcuno:

  1. mancanza di un’adeguata corporate culture che capisca, riconosca e supporti il bisogno di fissare dei limiti.

La consapevolezza di questi rischi è fondamentale per promuovere un ambiente di lavoro sano e sostenibile. Gli approfondimenti offerti durante questi talk sono stati estremamente interessanti, sottolineando l’importanza per le aziende, e i dipartimenti HR, di comprendere appieno questi limiti e di adottare misure atte a preservare il benessere e l’efficienza del proprio team.

Conclusione

La vera domanda alla fine di tutto questo è: ci torneresti? Si.

Tornerei e consiglierei la partecipazione perché:

  • non solo software: le persone, il marketing, gli economics, tutto ciò che deve permettere a questo mondo di continuare ad esistere trova il suo spazio;
  • visto l’approccio olistico a livello di argomenti che il summit porta con sé, è interessante capire se questo avrà un risvolto nella pratica con sempre più interventi da parte delle varie funzioni che operano nel settore (ebbene si, anche gli HR);
  • è una di quelle rare occasioni in cui è possibile percepire i valori di cui si sente tanto parlare e vedere professionisti dell’open provenienti da tutta Europa, raggruppati in stanze a condividere codice;
  • si dai, ammettiamolo… la birra!!

In conclusione, il FOSDEM 2024 è un evento molto interessante che offre uno sguardo sui temi cruciali che plasmano il nostro mondo professionale. Dal Work-life balance al Career Path, dall’inclusività alle sfide delle donne nel campo STEM, ogni talk ha contribuito a fornire una prospettiva preziosa, anche se meno approfondita rispetto al codice, del mondo dell’open source e della tecnologia. Questo diverso sguardo si è rivelato non solo utile ma anche necessario, sottolineando l’importanza di considerare anche gli aspetti umani e sociali nel contesto tecnologico.